Mariano Meligrana (Napoli 1936, Parghelia 1982) è stato un antropologo italiano
Mariano Meligrana, dopo una prima formazione a Parghelia e a Tropea si trasferisce a Napoli dove frequenta il Liceo e l’Università laureandosi in Giurisprudenza nel 1959.
In questi anni di formazione coltiva interessi letterari e filosofici che sfociano, nel 1958, nella fondazione, con Luigi M. Lombardi Satriani, della rivista Spirito e Tempo, divenuta, poi, Voci e pubblicata fino al 1962. Oltre a numerosi studi specifici si segnala il volume, scritto sempre in collaborazione con Luigi M. Lombardi Satriani, Diritto egemone e diritto popolare.
Gli studi di antropologia religiosa di Mariano Meligrana si sviluppano su due temi fondamentali: la figura di Cristo e l’ideologia della morte. Per l’antropologo di Parghelia, la figura di Cristo rappresenta il fondamento dell’etica popolare e dona al mondo contadino la parola poetica, consentendo alla verità di emergere, nonostante i condizionamenti sociali.
L’opera principale di Mariano Meligrana è costituita dalla sua ricerca sulla filosofia popolare della morte, presente nel volume Il Ponte di San Giacomo, scritto anch’esso insieme a Lombardi Satriani e vincitore, nell’anno della sua pubblicazione (1982), del prestigiosissimo premio Viareggio per la Saggistica.
La ricerca condotta dai due antropologi, presente nelle pagine del fortunato saggio, conserva ancora grande attualità. Nel libro si cerca di delineare i luoghi espliciti del mondo contadino meridionale in cui si rifugia e si affronta la morte e si cerca quindi delineare la cultura della morte intesa come tematizzazione, strategia di superamento dell’evento luttuoso, sistema di relazione con i morti, configurazione del mondo ultraterreno e, nello specifico, in un capitolo viene trattato il “caso”, che diverrà poi famosissimo, di Natuzza Evolo: la mistica di Paravati che si costituisci come tramite con l’aldilà. La morte ritorna sempre come spettro, presenza cangiante che diffonde angoscia e la rimozione individuale o collettiva di essa non è mai operazione definitivamente vincente. In tal senso l’antropologia trova la sua funzione di parola critica.
Il comune di Parghelia nel 2000, ha dedicato una strada alla memoria del grande studioso.